Strage di Brandizzo
L’insopportabile tragedia di Brandizzo deve servire quanto mai da monito e da insegnamento. Attenzione al punto 3…
Mi commuovo profondamente nel sentire di Vite spezzate, ma dirò ancora una volta quanto sia inopportuno per un tecnico della Prevenzione ricadere in quella retorica che troppo spesso mi delude e disgusta per la stridente incoerenza tra lo sgomento, lo sdegno di circostanza e la nullità dei fatti conseguenti.
Proprio per rispetto ai defunti e al dolore di chi resta, provo a trarre spunti da quanto finora emerso con necessario realismo, forse cinico, ma essenziale per ricavarne un insegnamento.
Mi rivolgo principalmente agli Imprenditori:
⦁ seguo da 12 anni gli appalti nell’ambito ferroviario e Vi assicuro che vigono procedure stringenti, di alto grado tecnico e organizzativo, applicate rigorosamente, con rarissime eccezioni. Eppure, come è emerso dai fatti, sono possibili falle. Ne traggano riflessioni le molte aziende meno strutturate per la Sicurezza, in particolare le PMI prive di procedure, dove solo la fortuna (o la minor incidenza probabilistica in relazione alle dimensioni) scongiura incidenti quotidiani.
⦁ la retorica è spesso, consapevolmente o inconsapevolmente, una prima forma di ipocrisia. Ecco infatti tutti a ribadire che ci vuole più formazione! Se va bene, lo slogan si tradurrà in una risposta normativa con determinazioni quantitative piuttosto che qualitative. Ma quale formazione? …se l’ipotesi di bocciatura del lavoratore per scarso apprendimento é pura fantascienza… se al netto di requisiti formali il formatore può essere totalmente privo di esperienza diretta e concreta? Serve il coraggio di dirlo: nella maggior parte dei casi la formazione (e buona parte della sicurezza) nell’italica “dittatura della burocrazia” viene percepita e si traduce in un mero adempimento formale.
⦁ Negli incidenti è molto spesso individuabile una colpa (altrimenti non accadrebbero se non per coincidenze assolutamente abnormi…). Nella maggiore sensibilità nell’opinione pubblica sta maturando una percezione sempre più grave di questo colpa, ormai inammissibile alla luce delle attuali conoscenze, con il conseguente inasprimento delle possibili condanne.
⚠️ Consideriamo quindi che proprio l’approccio basato sui formalismi (esatto nella forma e disapplicato nella sostanza) può portare in evidenza la circostanza della “colpa cosciente” dove il confine (come ipotizzato in questo caso) con il “dolo eventuale“ diventa davvero labile…
Sui fatti in oggetto è ovviamente necessario attendere gli esiti degli accertamenti e le conclusioni della magistratura, ma anche solo dai titoli dei giornali (nonché ad esempio dalle affermazioni della procuratrice Viglione) si prospetta un orientamento sempre più severo e colpevolista.
Meditate gente, meditate… e soprattutto agite conseguentemente.