AI e intelligenza umana: la collaborazione necessaria

Per guidare in maniera continuativa e costruttiva le aziende del settore logistico, è sempre più importante mettere al centro dei processi
di innovazione concetti come etica, formazione e responsabilità d’impresa

Intelligenza Artificiale, etica e responsabilità di impresa possono essere utilizzate come leve di sviluppo e trasformazione positiva della logistica? È a questa domanda che si è cercato di dare una risposta durante la seconda edizione di Logicontinuity, il Private Forum che promuove la Business Continuity in ambito logistico, organizzato da Kontractor by Kopron, Margiotta & Partners Studio Legale, IS Consulting e sicurON, con il patrocinio di Assologistica Cultura e Formazione.

Durante il convegno “Il futuro della Logistica: Etica, Intelligenza Artificiale e Responsabilità d’Impresa come leve di trasformazione”, i diversi relatori hanno guardato ai cambiamenti che nel prossimo futuro impatteranno sul settore della logistica e sulla supply chain, ormai immerso dentro la sfida del cambiamento, con il fine di offrire degli strumenti per guidare in maniera consapevole, costruttiva e continuativa le imprese del settore.

Si può fare a meno dell’AI?

Un primo tema centrale è quello legato all’AI in azienda e ai suoi impatti sul futuro del lavoro. “Non possiamo più fare a meno dell’AI, ma la questione è come e con quali strumenti affrontare una rivoluzione tecnologica che ha una portata e una velocità che rischiano di sovrastarci – interviene Andrea Cirincione, Psicologo del Lavoro psicurON -. L’AI sta cambiando il mondo del lavoro, creando nuove opportunità e nuove sfide, che vanno gestite, soprattutto per quel che riguarda i lavoratori, dentro un modello inclusivo e di valorizzazione del potenziale, all’interno di regole comuni”. L’Intelligenza Artificiale sta ridisegnando il panorama lavorativo, eliminando alcuni lavori ma creandone anche di nuovi. “Mentre la tecnologia può sostituire compiti ripetitivi, emerge la necessità di competenze avanzate nell’analisi dei dati, nella gestione dei sistemi di AI e nell’interfaccia uomo-macchina – spiega Cirincione -. Questo sposta l’attenzione verso l’upskilling e il reskilling dei lavoratori.

Se vogliamo migliorare il lavoro umano attraverso l’AI, le aziende devono preoccuparsi di avere una cultura organizzativa che favorisca l’apprendimento, l’adattabilità, la collaborazione tra umani e macchine, anche in termini di sicurezza, e creare un ambiente dove la tecnologia amplifichi le capacità umane invece che ridurle. È assolutamente importante che riflettiamo su come fare innovazione, ed ecco la centralità di concetti come etica, trasparenza e giustizia”.

I relatori del convegno. Da sinistra:
Germano Margiotta, Owner Studio Legale Margiotta & Partners;
Camillo Mastrolorenzo, Direttore Generale Kontractor by Kopron;
Andrea Cirincione, Psicologo del Lavoro PsicurOn;
Mattia Nanetti, Co Founder & COO WENDA;
Giovanni Capuano, Giornalista e conduttore Radio 24 Il Sole 24 Ore;
Maria Antonietta Spera, Group IT & Digital Manager Italmondo;
Ivan Sannino, CEO IS Consulting;
Matteo Cozzani, CEO sicurON – Sicur Group;
Vittorio Maraglio, Senior Partner & Legal Compliance SicurON

La formazione in azienda

L’AI è un potente strumento a supporto delle risorse, ma questa volta le competenze richieste sono più sfidanti per l’uomo e le sue capacità cognitive. La partita si gioca pertanto sulla formazione in azienda e sembra non esserci molto tempo per colmare i gap. “L’AI deve essere allenata, istruita e il tema della presenza umana è centrale: macchine intelligenti hanno bisogno di persone intelligenti. È fondamentale considerare che l’AI è una trasformazione che cambierà il modo di lavorare e siamo ancora in tempo per direzionarla. Una ricerca di Microsoft ci dice che il 31% dei manager punta al fatto che l’AI possa incrementare la produttività delle persone, solo il 16% spera che vengano ridotte il numero di persone. L’approccio deve essere orientato a quanto lavoro puoi far gestire alla stessa persona, non quanti lavoratori in meno puoi avere”, commenta Mattia Nanetti, Co Founder e COO di Wenda, azienda italiana che ha sviluppato un modello innovativo per l’uso dell’intelligenza artificiale nella gestione dei documenti scambiati lungo la supply chain.

APPALTI E SUBAPPALTI NELLA LOGISTICA. OPPORTUNITÀ O TRAPPOLA?

La corretta gestione del contratto d’appalto è senza dubbio uno di quegli elementi che vanno a impattare sulla continuità

delle aziende che operano nell’ambito della logistica. “Sicuramente una non corretta gestione del contratto d’appalto può creare dei problemi. Nella logistica, l’utilizzo del contratto d’appalto in alcuni casi è una necessità, quando ci sono picchi legati alla stagionalità. In altri casi il ricorso all’appalto è un’opportunità, perché può dare flessibilità in termini di fruizione delle risorse, che può oscillare, oppure consente di ricorrere a soggetti esterni se non si hanno delle specificità. Ma può essere anche trappola, perché spesso non c’è una sensibilità profonda nella gestione di questi rapporti e c’è una forte inconsapevolezza dei rischi che derivano da una non corretta gestione di questi rapporti”. A parlare è Germano Margiotta, Owner Studio Legale Margiotta & Partners, che continua: “Abbiamo parlato a lungo di intelligenza: credo che un’intelligenza umana non applicata in modo serio alla corretta gestione del contratto d’appalto possa creare gravi danni.

Parto dai dati del Ministero Economia e Finanze sugli accertamenti in materia di appalto nel 2023: il 72% delle aziende sono state trovate con irregolarità. Ma a mio avviso quasi sempre questo accade perché non ci si rende conto che certe condotte non sono corrette e ci si espone inconsapevolmente al rischio”.

L’intelligenza umana e consapevole nella gestione dei contratti

Il concetto di centralità delle risorse umane torna anche quando si guarda ad aspetti come la gestione dei contratti. “Nella gestione dei contratti, c’è un’intelligenza che gioca un ruolo centrale: è l’intelligenza umana, consapevole – spiega Camillo Mastrolorenzo, Direttore Generale di Kontractor by Kopron -. Il contratto è lo strumento di partenza attraverso cui si sviluppa un progetto, un protocollo di intervento che va rispettato da entrambe le parti e gestisce le interazioni: ecco perché deve essere chiaro, strutturato, completo ed efficace, equo e sostenibile.

L’intelligenza consapevole al centro è umana (il project manager), non artificiale, perché è direttamente collegata al cliente: deve analizzare i suoi bisogni e interpretarli con intelligenza, gestisce le competenze tecniche e la catena di realizzazione e, nel nostro caso, anche di progettazione e realizzazione della parte d’opera, il tutto con qualità e sicurezza. Quindi il contratto è lo strumento di partenza che avvia la rete di relazioni attraverso cui poi si sviluppa il progetto: se si investe sulla relazione, il legame diventa duraturo e si possono costruire progetti realmente sostenibili e con un approccio di business etico”.

IL CORAGGIO DI CAMBIARE

28 sedi globali e oltre 3.500 tra dipendenti e collaboratori, con 71 anni di storia. Sono i numeri di Italmondo, operatore logistico che in questi anni sta investendo molto sulla digitalizzazione, grazie anche collaborazione con Supernova, una venture capital del gruppo che da oltre dieci anni si dedica alla trasformazione digitale nel settore. L’azienda ha rivisto anche le proprie strategie sulla gestione delle risorse in outsourcing tramite cooperativa, rimodulando la gestione degli appalti.

“Per gestire i nostri oltre 2 milioni di colli abbiamo da sempre fatto ricorso all’appalto – ci spiega Maria Antonietta Spera, Group Head of IT Dept & Digital presso Italmondo -. A causa di normative sempre più stringenti in materia e per un contenzioso in questo ambito, ci siamo spinti oltre e nel 2021 abbiamo avviato una formale procedura di cambio appalto, così come previsto dall’art. 42 bis del CCNL Logistica in materia di appalto, costituendo una newco, ITLM Services, che ha assunto tutti i 158 soci lavoratori della cooperativa con cui abbiamo sempre collaborato, li abbiamo internalizzati,

migliorando le loro condizioni lavorative ed economiche. Nel corso degli ultimi due anni, poi, abbiamo esteso questo processo di internalizzazione anche agli hub in Veneto e Piemonte”. Nel 2023 il valore dell’appalto è stato pari a 6,5 milioni di euro, contro i 6,8 milioni di euro del 2021, grazie a interventi su processi, formazione e digitalizzazione per efficientare gli sprechi. Sul fronte dell’AI, quali le azioni e le aspettative dell’azienda? “Abbiamo abbracciato da diversi anni la trasformazione digitale creando nel gruppo un team IT dedicato e, grazie anche al lavoro fatto sui processi, siamo andati a definire ciò di cui avevamo bisogno. Stiamo lavorando su diversi fronti: dalla robotica allo smart packaging, dagli algoritmi avanzati per la gestione del caricamento dei mezzi all’AI applicata al ciclo passivo”.

Etica e business, come conciliarli?

L’etica può essere una variabile di sviluppo e di competitività per un’impresa?

A rispondere è Matteo Cozzani, CEO sicurON – Sicur Group: “Non ci può essere etica senza consapevolezza, che serve per prendere le decisioni giuste. L’etica orienta le strategie, guarda lontano ed ecco che il fattore tempo diventa determinante nelle scelte. L’etica dipende dal fine, quindi servono leader che non possono farne a meno. È sempre più necessario fare rete, ma farlo in un ecosistema aziendale dove tutte le imprese sono etiche”.